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21 settembre 2014

Nella "buttanissima" Sicilia una classe di 42 alunni di cui 4 disabili

Pochi giorni fa, il 19 settembre, la Preside del liceo delle Scienze Umane Alessandro Manzoni di Caltanissetta, Giuseppina Mannino Pirrello, denuncia con una lettera aperta al giornale on-line "Il Fatto Nisseno.it" la costituzione di una classe di 42 alunni, di cui 4 disabili. E' notizia di oggi (21 settembre) che il Ministero ha dato il via libera allo sdoppiamento della classe. Un caso isolato? Secondo Andrea Manerchia della Rete degli studenti medi Sicilia "a Caltanissetta, al liceo scientifico, c'è una classe con 40 alunni; all'ITI Mottura analogamente ne esiste una con 41. A Palermo vi sono classi con 35, 36, 39 alunni, che per condurre la lezione sono spesso costretti a soluzioni di fortuna, come quella di trasferirsi temporaneamente in capannoni, garage o stabili trascurati e lontani dalla sede centrale, situazioni tipiche delle province più disagiate". La Buona Scuola.

La lettera aperta della Preside
 << La buona scuola. Si chiama così la riforma che Renzi e la ministra Giannini, elegante, dotta  signora, hanno di recente sbandierato in televisione. La buona scuola è quella che hanno frequentato loro e quella dei loro figli, in classi costituite tutte da italiani, senza disabili, con un numero massimo di 25 alunni, con insegnanti preparati e stabili per tutto il percorso scolastico… Se io vi raccontassi che esiste una scuola, ove per legge, per le direttive fissate dal nostro ministero, si formerà una classe con soli 42 alunni, di cui 4 disabili, e che questi alunni saranno costretti per legge a fare lezione in aula magna, perché nessuna classe mai potrà contenere tutte queste persone per ragioni di sicurezza? Ecco la scuola in questione c’è, esiste, si trova in Italia, ed è un liceo delle Scienze Umane. Dove? Nella “buttanissima” Sicilia, nella povera provincia di Caltanissetta. Il dirigente scolastico della scuola in questione ha fatto tutto ciò che era in suo potere per chiedere lo sdoppiamento della classe che, ad oggi, le è stato rifiutato dagli organi competenti, i quali hanno, giustamente da parte loro, sbandierato il famigerato budget a disposizione, che per questioni di legge, non può e non deve sforare. Certo signori miei, perché non ci vuole un genio per capire che una classe in meno significa personale docente in meno ... Ma i figlioli del democraticissimo Renzi dove vanno a scuola? E quelli della dottissima e pacatissima Giannini hanno frequentato una classe con altri 41 compagnetti? Non so perché, sarà il famoso sesto senso femminile, sarà che ho un fiuto particolare, ma credo di sapere la risposta. Certo è uno scandalo che ci siano precari della scuola da 40 anni, ovvio … Ma cosa è se non uno scandalo che in Italia, nel 2014 ci sia una legge che obblighi un dirigente scolastico a ficcare dentro una stanza 42 persone e pretendere che un insegnante riesca a svolgere il proprio dovere in queste condizioni! Ma questi Signorotti di turno lo sanno cosa succede nel Paese che loro credono di governare ma che invece, in ogni angolo, va a rotoli? Ma i Signorotti sono talmente buoni e democratici da avere aperto una consultazione on line per la riforma sulla scuola. Ma Loro, i Signorotti, lo sanno che ci sono presidi, dirigenti scolastici, che ogni santo giorno si scontrano con queste leggi che loro, i Signorotti, hanno fatto per potere garantire il diritto allo studio ai ragazzi di questa povera Italia? E’ il lavoro sul territorio dei dirigenti scolastici, loro sì rappresentanti  e difensori dell’istituzione scuola, che garantisce ancora un briciolo di dignità a questo Paese. Signori miei, Renzi, Giannini e tutti i perbenisti e benpensanti, provateci voi a entrare in una classe con 42 ragazzi di 16 anni di cui si deve riuscire a captare l’attenzione per poi fare una lezione, signori miei provateci voi a 16 anni a stare in classe con 42 persone , signori miei provateci voi a mandare i vostri figli in queste condizioni vergognose a scuola….la buona scuola? C’è solo da gridare vergogna! >>
Il Dirigente scolastico
Prof.ssa Giuseppina Mannino Pirrello

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